Ritornato dal profugato, mons. Titolo cominciò a darsi subito da fare per realizzare l’asilo. Con mons. Sandrini si recò a Cormons dove aveva sede allora la Casa generalizia delle Suore della Provvidenza che dal 1857 erano state chiamate a Portogruaro per fornire assistenza ai malati dell’ospedale e dal 1911 prestavano servizio alla Casa di Riposo «Francescon». L’idea dei due sacerdoti era quella di affidare alle stesse suore anche l’istituendo asilo. Ma le trattative riuscirono vane e mons. Titolo prese contatti con la Casa madre di Torino delle Suore del Cottolengo, anch’esse presenti a Portogruaro prima della guerra per la cucina e il guardaroba del Seminario. Le suore arrivano all’asilo di Portogruaro il 13 aprile 1920, e vi rimarranno fino al mese di settembre del 1925.
Il primo Giardino d’Infanzia, intitolato ad Aristide Gabelli, fu istituito dal Comune di Portogruaro nel 1880, e venne soppresso il 7 settembre 1942. Scuola laica, si basava principalmente sulle rette, che erano maggiori di quelle del Calasanzio e quindi era frequentato dai figli delle famiglie più abbienti.
Nel 1925 il governo fascista diede vita all’Opera Nazionale per la protezione e l’assistenza della maternità e dell’infanzia. L’intento del Regime è la difesa ed il potenziamento della famiglia e della natalità, e la creazione “dell’uomo nuovo fascista”, che deve imporsi sulle altre “razze”. La scuola era uno dei luoghi privilegiati in cui forgiare questo “uomo nuovo”, ma la riforma Gentile rispose solo parzialmente all’idea di educazione totalitaria e fu avversata dalla Chiesa in quanto limitava l’educazione religiosa al solo ciclo elementare. Così, a Portogruaro come altrove, si trovarono soluzioni di compromesso.
Temi militareschi per i bambini del Gabelli. In prima fila, settima da sinistra, Loredana Foligno, classe 1928. (Cortesia Francesca Restaino)
In quest’ottica di progetto di fascistizzazione delle esistenti realtà educative e caritatevoli va vista anche localmente la questione della fusione tra le due strutture cittadine per l’infanzia. Il 17 settembre 1926, nel Municipio di Portogruaro, si incontrarono il commissario prefettizio Ettore Duse, il presidente del Calasanzio mons. Titolo, due benefattrici dell’asilo, Pia Buora Bonazza ed Emilia Carugati Bonazza, Pasquale La Rocca, membro del Direttorio Fascista e già assessore alle Opere Pie e Beneficenza della giunta Foligno, Gino Dal Moro del Consiglio dell’asilo, Riccardo Molinari direttore didattico, con l’assistenza del facente funzioni del segretario comunale Ippolito Gianasso. Il commissario Duse espose lo scopo della riunione: sono presenti in città due asili, il Gabelli e il Calasanzio, che hanno scopi identici: se la cosa può da una parte sollecitare un «utile spirito di emulazione», dall’altra può determinare un danno disperdendo la beneficenza pubblica «in due rivoli separati». Per converso, «con la riunione dei due asili, il nuovo Giardino d’infanzia prenderà un importante sviluppo, e potrà così in un non lontano avvenire costituirsi in Ente morale a norma di legge, il che ne assicurerà l’esistenza a tempo indefinito».
Entrambi gli asili hanno «lo scopo dell’educazione morale, intellettuale ed estetica del bambino, allo scopo di formare bambini sani e buoni». Tutti concordano, anche il rappre-sentante del Partito Fascista, per il quale gli asili devono «educare gli istinti, le abitudini, i sentimenti e la volontà del bambino». In seguito alle osservazioni di mons. Titolo, l’art. 1 del regolamento dell’asilo Gabelli viene così modificato: «I Giardini d’infanzia “Aristide Gabelli” e “S. Giuseppe Calasanzio” riuniti hanno per fine lo svolgimento armonico delle potenze morali, intellettuali e fisiche dei fanciulli d’ambo i sessi, impartendo istruzione morale, religiosa e patriottica ai bambini stessi. Esso viene in aiuto della loro educazione domestica nell’età precedente a quella in cui comincia l’obbligo di frequentare la scuola elementare, preparandoli a questa mediante gli esercizi del metodo naturale e materno, secondo i dettami della scienza pedagogica. I due Giardini d’Infanzia riuniti sono considerati come istruzione coordinata e connessa pedagogicamente alle scuole elementari».
Risolta la questione della sede, che sarà quella del Calasanzio, dei mezzi per garantirne la vita, l’avvocato La Rocca propose che il Consiglio direttivo del nuovo asilo fosse composto dal fondatore del Calasanzio col ruolo di presidente, dal sindaco o podestà o commissario del Comune, da tre rappresentanti eletti dal Comune, tre designati dal fondatore e il direttore didattico. Mons. Titolo fece presente che annessa al Calasanzio c’era una scuola di lavoro che non aveva lo scopo «di fare cose di parte, ma esclusivamente quello di dotare la città di un’opera di beneficenza. Essa si propone di abituare le ragazze del popolo al lavoro e di allevarle secondo lo spirito cristiano. Desidererebbe che tale istituzione avesse a sussistere». L’avv. La Rocca plaudì a questa istituzione, che non solo doveva sussistere, ma acquistare sempre maggiore importanza. La proposta venne accolta. Gli intervenuti quindi approvarono: Che il nuovo Ente derivante dalla fusione dei due asili prendesse il nome di «asilo Infantile e Scuola di lavoro di Portogruaro».
Epifania 1940. Il presepe vivente dell’asilo Calasanzio. (Archivio don Antonio Scottà, cortesia U. Perissinotto)
La proposta venne accolta. Gli intervenuti quindi approvarono:
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