Gli stupri sono sempre avvenuti lungo tutta la storia dei conflitti umani, ma cosa cambia nel XX sec? Conduce Paolo Mieli, intervengono la prof.ssa Silvia Salvatici (Storica),Chiara Conti, Emanuela Lucchetti e Gregorio Staglianò
Briseide nell'Iliade era una donna prigioniera e stuprata, questo per dire che sempre la guerra è associata agli stupri. Qual è la specificità nel XX sec. La violenza sessuale diventa parte integrante della strategia bellica degli eserciti. Questo primo capitolo inquadra la questione a livello europeo e prende in considerazione proprio il nostro Istituto San Filippo Neri e il cardinale Celso Costantini, l'artefice del ricovero degli innocenti nati proprio dalla violenza.
Il Ratto delle Sabine. Nel racconto dei romani viene raccontato come un fatto naturale per ripopolare Roma. Così diventa come una sorta di mito fondativo. Violazione dell'integrità nazionale. Nell'800 dice la prof.ssa Salvatici si crea questo mito fondativo che è l'integrità nazionale per la quale il popolo di una nazione proviene da un'unico ceppo genealogico. Lo stupro da parte dei nemici è colpire l'integrità nazionale, secondo questo Immaginario nazional patriottico. Gli uomini della nazione colpita, a cui appartengono le donne violate, sono umiliati perchè non sono stati capaci di difenderle. Integrità ed onore ( non solo delle donne) sono strettamente correlati. Lo strupo è un messaggio di uomini rivolto ad altri uomini che passa sul corpo delle donne.
Gregorio Staglianò menziona proprio i documenti del San Filippo Neri in ordine all'esame delle documentazioni. In queste vengono usate spesso espressioni tipo "tradita dal nemico". Un'ambivalenza è legata alla nazionalità dell'aggressore: se austriaco allora si parla di stupro vero e proprio, se italiano, si insinua il dubbio che la donna possa essere stata sedotta per cui in qualche modo veniva incolpata di infedeltà o di leggerezza. Infatti, dice la prof.ssa Salvatici, si parla spesso di perdono da dare a queste donne e quindi implicitamente le si incolpa. Così veniva assimilato lo stupro al tradimento. In questo quadro, i figli vengono rifiutati, tanto è vero che vengono detti "intrusi"; la loro eventuale morte è vista come un evento liberatorio. A questo punto la prof.ssa Salvatici sostiene una posizione quanto meno discutibile affermando che l'Istituto san Filippo Neri è una sorta di incoraggiamento all'abbandono; dice precisamente: "una sorta di incoraggiamento all'abbandono di questi bambini con un finanziamento da parte dello Stato". La questione degli stupri sono stati strumentalizzati o per chiedere danni di guerra all'Austria, nel caso del Friuli, o motivare la chiamata alle armi nel caso del Belgio.
Dopo la I guerra mondiale, nel 1919, le violenze restano impunite. Un caso unico è quello delle comfort stations dei giapponesi dove venivano raccolte e schiavizzate le cosiddette comfort women. Di queste se ne sono contate circa 200 mila e ognuna di esse era costretta a soddisfare i bisogni sessuali di ufficiali e soldati giapponesi fino a 20 al giorno. In Europa per rappresaglia l'esercito tedesco imperversa, anche con violenza alle donne, in Polonia, Francia e soprattutto in Russia con l'operazione BARBAROSSA. Di converso, i sovietici rispondono con pari efferatezza nella loro avanzata fino a Berlino dove vengono registrati fino a due milioni di abusi a danno delle berlinesi. Anche in Italia si registrano violenze, dopo l'8 settembre 1943, da parte dei tedeschi e poi in seguito allo sbarco degli alleati. I goumier, nord africani, soprattutto marocchini, sfondano la Linea Gustav all'altezza di Montecassino. I goumier vengono lasciati liberi di saccheggiare e violentare le donne che incontrano sulla loro strada (vedi video 13) . La Ciociaria è quella che ha pagato il prezzo più caro. Sono state registrate circa 60.000 atti di violenza che prendono il nome di marocchinate. Ne resta traccia nella letteratura ( A. Moravia) e nel cinema con La ciociara (Film di De Sica con Sofia Loren).
La seconda guerra mondiale è stata una guerra totale dove le donne tedesche erano identificate con il regime nazista. I goumier venivano utilizzati dall'esercito francese in Marocco come forza di repressione della resistenza e colpivano parimenti uomini armati e popolazione civile che supportava la stessa resistenza armata. I russi non si vantarono tanto delle loro efferatezze fino a Berlino perché erano nate come risposta alle violenze sessuali dei nazisti quando invasero la Russia. Durante la guerra fredda gli occidentali mettono in risalto gli abusi perpetrati dei russi e tacciono su quelli dei tedeschi quando avanzarono verso est.
Una storia dimenticata è quella degli Stupri in Carnia ad opera dei cosacchi, e ciò dimostra quanto scarsa sia stata la sensibilità verso la violenza alle donne. Hitler aveva promesso la Carnia ai Cosacchi arruolati dai tedeschi durante la campagna di Russia. Tra il 1944 e il 45 i cosacchi si ritrovarono in Carnia dove hanno abusato delle donne: si sono contati quasi 200 casi di violenza. Conquistare una terra significa anche conquistare le donne per la procreazione della terra in senso più ampio. Nei processi dopo la guerra, come quello di Norimberga e Tokyo, si parlò poco degli stupri, sostiene Gregorio Staglianò, per mancanza di sensibilità da parte della società civile. Tutto ciò a fronte di un impianto giuridico che avrebbe potuto incriminare i responsabili. Si vedano gli art. 4 e 5 dello statuto del Tribunale di Normberga. Il problema della violenza alle donne, ribadisce la prof.ssa Salvatici, emerse anche a causa delle posizioni assunte a livello internazionale dai vari movimenti femministi. Inoltre nel processo di Tokio emerse che le violenze perpetrate ai danni delle comfort women (le donne schiavizzate per soddisfare i bisogni sessuali dei soldati giapponesi) aveva anche una connotazione razzista, infatti i giapponesi avevano una visione gerarchica delle razze in Asia, in cui, manco a dirlo, all'apice c'erano i giapponesi, invece i coreani, i cinesi, i filippini erano considerati appartenenti a razze inferiori.
Al termine della II guerra mondiale i processi di Norimberga e di Tokio non riconoscono gli stupri sistematici come atti criminosi. Intanto le violenze sessuali contro le donne non si arrestano. La guerra fredda genera nuovi conflitti e la guerra in Vietnam segna la storia con nuove violenze perpetrati dagli americani ai danni della popolazione civile. La guerra nei Balcani del 1990 vede sorgere una nuova definizione della violenza sulle donne: lo stupro etnico. Toccante testimonianza di una ragazza violentata. I violentatori le dicevano che le musulmane dovevano fare figli serbi. Decine di migliaia di donne subiscono la stessa sorte. Anche in Ruanda avvengono simili atrocità tra gli hutu a danno dei tutsi. Così questo aspetto della guerra aveva lo scopo d'impedire la normalizzazione postbellica attraverso i figli del nemico in Bosnia e la diffusione dell' Aids in Ruanda. Nel frattempo a livello internazionale si comincia a mettere a fuoco il problema delle violenze alle donne in aree belliche. Nel 1992 il Consiglio di sicurezza dell'Onu afferma fra l'altro che lo stupro delle donne musulmane rappresenta un crimine internazionale. Nel 1993 il Tribunale penale internazionale per la ex-Jugoslavia ha incluso lo stupro tra i CRIMINI CONTRO L'UMANITÀ. Nel 2004, il Tribunale penale internazionale per il Ruanda dichiara lo stupro un crimine di guerra e un crimine contro l'umanità. Nel 2008 il Consiglio di Sicurezza dell' Onu dichiara lo stupro un crimine di guerra nei conflitti armati. Dopo secoli lo stupro non può più essere considerato un bottino di guerra legittimo per gli eserciti belligeranti.
Nelle guerre asimmetriche le donne diventano strumento per trasmettere un nuovo codice genetico. Nel caso dei Balcani, i serbi infliggono ai bosniaci questo stigma genetico per annientare l'etnia bosniaca ritenuta nemica. Alcuni studi, sottolinea la prof. Silvia Salvatici, mettono in evidenza come questa violenza sia anche l'esito di un politica pronatalista portata fino all'estreme conseguenze dal nazionalismo di Slobodan Milošević fondata sull'idea che la grandezza demografica del popolo è parte integrante della forza del popolo stesso.
L'Onu riconosce lo stupro come crimine contro l'umanità nelle situazioni di conflitto. Riconosce la responsabilità criminale di alcune forze militari come in Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo. Interessante è il caso del dr Denis Mukwege, ginecologo, premio nobel per la pace 2018 che lavora, oltre che per curare i danni fisici interni conseguenti agli stupri, anche per estirpare il senso di colpa che rimane nelle donne violate. Questo riconoscimento internazionale dell' ONU è anche l'esito delle pressioni esercitate dal movimento internazionale delle donne che dagli anni 80 si pone il problema dello stupro nei conflitti bellici nel quadro più generale della violenza contro le donne.
Purtroppo la nuova consapevolezza che ha portato a riconoscere lo stupro come crimine contro l'umanità non ha portato a debellare questo crimine, anzi. Tuttavia, sostiene la prof. Silvia Salvatici la riconoscibiltà e la punibilità sono passi avanti di notevole importanza.
STUPRI DI GUERRA - La violenza di massa contro le donne del novecento a cura di Marcello Flores Franco Angeli 2010 LA VIOLENZA CONTRO LE DONNE NELLA STORIA Simona Feci e Laura Schettini Viella 2017 NON TUTTI I BASTARDI SONO DI VIENNA Andrea Molesini Sellerio 2010
Conclusione: il generale Alphonse Juin Chi comandava i goumier? I nord africani, in prevalenza marocchini, presenti in Ciociaria durante l'avanzata degli alleati verso nord (vedi video 5 di questa playlist). Erano comandati dal generale francese Alphonse Juin. In un documento del maggio 1944, Juin giustificava questi stupri: erano atti comprensibili e perdonabili. Paolo Mieli traccia una breve biografia di Juin. Curioso è che nel dopo guerra, nel 1951 fu nominato comandante per il Centro Europa delle truppe della NATO. Tutto ciò a riprova del fatto che l'aver permesso ai goumier di saccheggiare e violentare le donne in Ciociaria non ha avuto alcun peso nello sviluppo della sua brillante carriera militare.
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